C’è aria di cambiamento nel mondo letterario e cinematografico mondiale, che punta sempre più alla narrazione di minoranze e diversità. All’ultima edizione del rinomato International Booker Price, quattro dei sei premi sono stati assegnati a scrittrici donne, tre delle quali raccontano le vicissitudini di donne non occidentali. Maaza Mengiste testimonia nella sua opera “Shadow King” come alcune donne hanno combattuto in guerra durante l’invasione italiana in Etiopia del 1935. Tsitsi Dangarembga riporta in “The Mournable Body” la storia di una donna dello Zimbabwe che lotta tra povertà e morale, mentre Avni Doshi in “Burnt Sugar” parla del rapporto tra madre e figlia in un viaggio verso l’India.
Anche gli Oscar, dopo le polemiche degli ultimi anni, cercano di mettersi al passo coi tempi. A partire dal 2024 i film inviati saranno valutati positivamente se riporteranno due dei seguenti criteri: far si che le persone appartenenti a minoranze ricoprano ruoli da protagonista, che i ruoli direzionali riportati sul grande schermo siano ricoperti anche da gruppi minoritari, così come il fatto che tirocini e formazioni, alla pari di ruoli di produzione, vengano assegnati anche a persone di minoranze, includendo quindi donne, persone LGBTIQ, persone con disabilità e people of color.