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tourisma south tyrol

// Sarah Trevisiol //
Donne alla ribalta nel settore turistico
tourisma Team © tourisma south tyrol
"tourisma south tyrol"è un network di professioniste che operano nel settore turistico. Grazie ad un fiorente scambio d'informazioni e di creatività all’interno della rete stessa, le tre fondatrici Katharina Flöss, Karin Tscholl ed Elisabeth Rass analizzano con spirito critico il proprio ambito lavorativo, dando spunti d’ispirazione e nuovi impulsi. Partendo da una prospettiva femminile, nel blog www.tourisma.eu e all’interno di incontri dal vivo con socie e persone esperte, vengono affrontati temi specifici che riguardano le donne del settore turistico, ma anche temi più generali come il gender pay gap, la previdenza sociale e l’indipendenza finanziaria.
tourisma logo © tourisma south tyrol
1. In uno dei vostri articoli riportate alcuni dati chiave che illustrano le nuove tendenze del settore turistico, caratterizzato da una sempre maggiore presenza femminile. Per esempio il 62 % delle persone che lavorano nel settore dell’ospitalità in Alto Adige sono donne, nonostante continuino a guadagnare il 12,7 % in meno degli uomini. Come fare a superare tali differenze salariali?
Non c’è un’unica strada da percorrere per risolvere il divario salariale fra i generi. Alcuni punti devono essere affrontati a livello politico (es. congedo di paternità, trasparenza sui salari, ecc.), altri accorgimenti possono essere messi in pratica direttamente dalle aziende o attraverso la nostra rete. È essenziale tematizzare il divario salariale per poter riflettere sulle nostre situazioni, in veste di imprenditrici o dipendenti, per capire insieme come voler affrontare il problema. Scambiandoci esperienze regolarmente con altre donne, possiamo acquisire nuove conoscenze che ci permettono di gestire meglio colloqui di lavoro o trattative salariali in un’ottica di parità di genere.
2. Che consigli date alle donne che iniziano a lavorare nel turismo, un settore caratterizzato da lavoro stagionale e poca flessibilità sui turni di lavoro?
Il settore del turismo, come qualsiasi altro ambito lavorativo, ha vantaggi e svantaggi. Una cosa che sta aumentando è la volontà di utilizzare nuovi modelli di gestione del tempo lavorativo. Bisogna menzionare che il lavoro a turni offre anche vantaggi che non esistono in altri settori (es. coprire un numero elevato di ore in pochi giorni). Chi lavora in modo stagionale, alla pari di chi per esempio è un/a libero/a professionista, dovrebbe farsi sempre due conti su come compensare la mancanza di eventuali contributi alla pensione, per esempio attraverso un fondo di pensione privato (che in generale non è mai una cattiva idea). Esistono inoltre contributi speciali per donne come il “Contributo per la copertura previdenziale dei periodi di cura dei figli/e” che viene erogato per i periodi dedicati alla cura dei/delle figli/e.
Ecco perché a nostro avviso è tanto importante avere uno scambio di esperienze e informazioni costanti. Ci auguriamo che a lungo termine vengano elaborate soluzioni più sostenibili anche a livello politico.
3. Secondo le vostre ricerche il 75 % delle persone che fanno viaggi culturali, d’avventura o outdoor sono donne. Sono in grande crescita anche le agenzie di viaggi per sole donne. Come fare ad adattare il mercato locale alle nuove esigenze?
In Alto Adige abbiamo già una buona posizione di partenza, poiché possiamo offrire sicurezza e accessibilità ai nostri luoghi, aspetti centrali soprattutto per le donne che viaggiano sole. Ciò che forse possiamo ancora esplorare maggiormente è la comunicazione. Le aziende spesso si basano ancora sui classici ruoli di genere: per dire l'uomo che si interessa della mountain bike e la donna che si rilassa in piscina, nonostante il crescente mercato delle viaggiatrici donne sole dipinga un quadro ben diverso. Le persone che viaggiano sole, lo fanno per concedersi del tempo di qualità, per tuffarsi e conoscere nuove culture ma anche per vivere avventure in natura, a prescindere dal genere. Concentrarsi su queste nuove necessità di viaggio, aumenterebbe la nostra attrattività.

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Lezione di coraggio

// unadonna //
“Forza ragazze! Hop! Hop! Questa è la lezione di coraggio! Dal vivo!! Forza, qui non c’è spazio per mammolette!”
“Scusi, ma…”
“Niente ‘Scusi’ né scuse! Siamo in ballo, balliamo, hop hop!!!”
“Ma io veramente… volevo solo…”
“TU!”
“Sì, prof!”
“Sei nuova?”
“Sì!”
“Allora forse non hai capito: questo è il corso ‘Vivere da donna superando le paure’, e le lezioni non sono facoltative, ma obbligatorie!
E prima le segui, meglio è!”
“Ma io…”
“Sei o non sei una bambina/ragazza/donna?”
“Beh, sì…”
“E allora forza, dai, chi ben comincia è a metà dell’opera! Ragazze, vi ricordate cos’abbiamo detto l’ultima volta?”
“Sissignora! Prima regola: non dare mai troppa confidenza”
“Perché…”
“… perché poi ci dicono che siamo facili!”
“Seconda regola?”
“Non rispondere al catcalling e tirare dritte per la nostra strada”
“Fin da ragazzine, ricordate! Sono solo parole! Ripetete con me: non fa male!”
“Non fa male! Non fa male!”
“Brave: terza, quarta e quinta regola, forza!”
“Terza: in treno, scegliere un vagone con più di una persona, possibilmente una donna, possibilmente una famiglia, possibilmente vicino a quello di testa col capotreno; quarta: in un locale, controllare il drink; quinta: tornando tardi la sera, procedere sul marciapiede con passo sicuro e fermo, tenendo però in mano le chiavi, per difendersi in caso di aggressione”
“Perfetto! Queste erano quelle del capitolo ‘Affrontare in sicurezza la vita sociale’. Avete studiato il capitolo ‘Le insidie dello studio e del lavoro?’”
“Sissignora!”
“Brave! Prima regola?”
“Non farsi dire da nessuno cosa possiamo
e non possiamo fare, non farci condizionare da… “
“Da…? Forza, sono 4, ditemi tutte e quattro le fonti!”
“Da aspettative famigliari, struttura sociale, media e pubblicità”
“E quindi…”
“E quindi far finta di niente quando ci dicono che la matematica non è da donne o quando sgranano gli occhi se ci iscriviamo a informatica”
“Bene! E a livello professionale? Qual è la domanda che non dovete mai, MAI, accettare ai colloqui di lavoro?”
“Se vogliamo figli!”
“Così vi voglio! Hop hop! Non fa male!”
“Non fa male! Non fa male!”
“Scusi, prof!”
“Dimmi, novizia!”
“Non farà male, però è difficile ribellarsi a questa!”
“Lo so, lo so! Però più ci opporremo, meno saremo esposte al ricatto! E ora l’ultima regola, ragazze!”
“Quella fondamentale che le racchiude tutte?”
“Sì, forza!”
“Proteggere la nostra libertà, sempre!”
“Bravissime, così vi voglio! Abbiate sempre questo coraggio!”
“Scusi, prof…”
“Ancora tu?”
“Sì… ehm… io vorrei cambiare corso… posso andare a quello qui accanto?”
“Quello degli uomini?”
“Sì…”
“Ma quello è composto di una sola lezione base, e poi su… non è articolato come questo!”
“Eh lo so… però il titolo
mi ispira un sacco!”
“Il titolo del corso? E qual è?”
“La conquista del mondo e il calcetto del martedì”.