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Barilla: congedo di paternità equiparato a quello di maternità

// Verena De Monte //
Ci auguriamo che più aziende prendano iniziative per la parità. © oktavisual - unsplash
L’Eurostat ha reso pubblici i dati relativi all’occupazione femminile nei singoli paesi europei nel 2022. Nella lista di 31 paesi, l’Italia, con un misero 55% di donne con un lavoro retribuito, si classifica ultima, mentre in testa troviamo l’Islanda con 82,1%. Laddove ormai da decenni non arriva la politica, cerca di mettere una pezza l’azienda Barilla, che ha deciso di concedere il congedo familiare di dodici settimane retribuito al 100% per tutti i genitori e non solo per le madri, come previsto dalla legge. Questa misura sarà attiva dal primo gennaio 2024 per tutt* gli*le 8.700 dipendenti dell’azienda che diventano genitori e genitrici, a prescindere dal genere, dallo stato maritale, dall’orientamento sessuale e dalla “naturalezza” o meno dei*delle figli*e. Barilla intende così ridurre uno dei fattori principali del divario salariale tra uomo e donna e valorizzare la genitorialità.

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“E questa la chiami parità?” Le donne islandesi tornano a fermarsi e a bloccare il paese

// Verena De Monte //
A quando uno sciopero delle donne in Italia appoggiato 
dai sindacati? © freepik
Il 24 ottobre scorso in Islanda è stato indetto un giorno senza donne, “Kvennafrì”. Le donne si sono astenute sia dal lavoro retribuito sia da quello domestico e di cura per protestare contro il divario salariale e la violenza di genere. L’Islanda è uno dei paesi più vicini al raggiungimento della parità di genere, ma in alcune professioni il divario di retribuzione è ancora al 20% e più di una donna su tre ha subito violenza di genere nella propria vita. Ha scioperato anche la premier Jakobsdottir, invitando tutte le donne a farlo perché “non sono stati raggiunti gli obiettivi di piena uguaglianza di genere, cosa inaccettabile nel 2023.” Secondo i giornali locali, la partecipazione è stata grande come nel 1975, quando aderì il 90% delle donne. Durante lo sciopero ci sono state manifestazioni in tutta l’Islanda, la più grande nella capitale Reykjavik, dove sono scese in piazza 100mila persone.