Quali sono state le tappe importanti nella tua carriera?
La prima tappa fondamentale è stata il lavoro presso uno studio commercialista, dove ho acquisito delle basi importanti per le attività svolte in seguito. Il mio percorso imprenditoriale è iniziato nel settore turistico gestendo un residence all’interno dell’azienda familiare. Nel corso degli anni poi le mie attività hanno riguardato anche il settore agricolo-caseario come produzione e vendita di prodotti del maso di famiglia. Quando i figli sono subentrati nell’azienda familiare ho avuto modo di dedicarmi ad altre funzioni sia in Comune, di volontariato, nell’associazione albergatori Alto Adige e nella Camera di Commercio di Bolzano.
Come garantire maggiore partecipazione femminile nell’imprenditoria?
Io credo si debba iniziare a “forzare la mano”. Iniziando a garantire una presenza femminile maggiore all'interno dei vari organi rappresentativi istituzionali ma non solo. È oramai anacronistico che organi decisionali non garantiscano una presenza femminile a livello di statuto. Fare oggi imprenditoria richiede grande impegno, innanzitutto di tempo, e questo spesso non favorisce le donne alle quali è ancora delegata la gestione familiare. Ci dovrebbe essere anche una svolta in ambito educativo, un impegno maggiore ad incentivare una presa di coscienza da parte delle giovani a “vedersi” imprenditrici.
La vita senza l’imprenditoria femminile sarebbe…
In bianco e nero, priva di sfumature di colore che sono proprie della dimensione femminile.
Che significa per te femminismo?
Nel corso del tempo il femminismo ha assunto aspetti diversi. Oggi come oggi deve riguardare soprattutto la parità fra individui di sesso diverso, nel senso di un impegno a garantire che condizioni e requisiti, ancorché basilari, siano gli stessi per entrambi.
Qual è, a tuo avviso, la più grande differenza tra un uomo e una donna?
Il modo di approcciarsi alle situazioni che la vita ci presenta. Sono dell’idea che le donne, vuoi per consuetudine, vuoi per tradizione, abbiano un atteggiamento più concreto e dispongano di maggior resistenza se si ritrovano ad affrontare momenti impegnativi della vita.
Hai subito trattamenti discriminatori a livello professionale perché sei donna?
Personalmente non mi è mai successo di subire situazioni professionali svantaggiose, in quanto so di essere capace di esibire, oltre a una certa determinazione e capacità persuasiva, atteggiamenti tipicamente maschili. Di fronte ad opinioni diverse riesco a tenere banco, per poi - raggiunto l’obiettivo - condividere magari una birra con il mio interlocutore.
C’è una donna che ammiri?
Io ammiro tutte le donne che, anche nella quotidianità più semplice, riescono a valorizzare il loro essere Donna. Penso ad esempio alle donne contadine capaci di gestire famiglie numerose e nel contempo essere impegnate fortemente nella gestione di un’impresa familiare, senza per questo rinunciare alla loro dimensione individuale.
Che messaggio ti piacerebbe dare alle imprenditrici del domani?
Nessuno può improvvisarsi imprenditrice, perché l’evolversi dell’economia richiede competenze trasversali, una formazione costante e un impegno continuo. Al fine di ottenere un successo economico duraturo dovranno affrontare e superare diverse sfide.