Think
Senza fiato (e senza foto)
// #unadonna //
Torno dall’ufficio con le borse della spesa, apro la porta tenendone due per braccio, chiudo… raccolgo oggetti e scarpe buttati qua, saluto figlia e figlio che stanno studiando (forse) e mi arriva l’eco di qualche borbottio… Tra poco usciranno per andare all'allenamento, io invece farò un po’ di ordine (per fortuna a svuotare la lavatrice e stendere hanno pensato loro), e poi… “Mamma, per caso hai chiamato il dottore per il mio mal di gola?” (Oh no, me ne ero scordata!), “Certo amore, ma era occupato…. “ (Digito il numero sul telefonino, attendo la risposta, confronto la disponibilità con la mia agenda perché da solo non può andare…) “Ecco tesoro, appuntamento preso per venerdì!” (Fiuhhh!).
Dicevo… farò un po’ d’ordine cominciando da queste scarpe… oh che polvere in terra! “Ragazzi, uno di voi passi l’aspirapolvere, per favore!” “Ma io ho l'allenamento!” “Io musica”… Ok, prendo l’aspirapolvere, passo velocemente – per fortuna la casa è piccola, faccio finta di non vedere altri lavori rimasti indietro (vetri, libreria da spolverare…)… “Mamma, dov’è papà?” “Al lavoro!” (“E beato lui!”, aggiungo tra me e me), poi finalmente riesco a prendermi qualche minuto per leggere il quotidiano comprato questa mattina. Nelle prime pagine si parla di ipotesi belliche: nelle foto i capi del mondo – Putin, Biden, Macron, e i loro omologhi italiani – Draghi, Di Maio… “Tutti uomini!”, penso. Faccio una scommessa tra me e me: la prima donna sarà a pagina 15, su un tema sociale.
E invece mi sbaglio!
Già a pag. 8 c’è la regina Elisabetta… perché si è presa il Covid.
A pag. 11 c’è l’intervista a “una donna”… perché figlia di un medico morto per Covid.
Ma insomma – mi irrito – a livello europeo abbiamo ben tre donne al vertice: Ursula Von der Leyen, Roberta Metsola, Christine Lagarde, vuoi che entro la prima metà di un quotidiano nazionale non ci sia spazio per una di loro? E infatti, a pag. 13 Von der Leyen c’è, ma… in quanto bellamente ignorata, nei saluti ufficiali al summit Europa-Africa, da un Ministro ugandese (qualche giorno dopo, purtroppo, le prime immagini femminili saranno di donne ucraine che piangono per i propri figli e figlie, i propri famigliari, le proprie case sventrate).
Sfoglio le pagine freneticamente, e intanto tiro fuori dal frigo gli ingredienti per la cena, dico a mia figlia che, se non trova i calzettoni da volley, può prenderne un paio da tennis; ricordo a mio figlio di portare il flauto andando a musica, li saluto e riprendo il giornale mentre avvio la cottura del sugo.
Dove siamo noi donne?
Ecco, ecco delle foto (formato tessera, ma vabbè)! 5 donne che hanno cambiato casacca in Parlamento (su 12 totali) a fronte di una foto grande, grandissima, del Governo italiano con i Ministri, in netta maggioranza maschi; un’intervista a una parlamentare con ritratto piccolo, piccolissimo, e molto più in grande il Ministro in visita all’Expo di Dubai. Sfoglio, sfoglio ancora: fatti di cronaca nera, un “imprenditore visionario”, una nota comica che racconta come è dimagrita, qua e là atlete olimpiche e paraolimpiche (la medaglia c’è, non si può tacere), nella pagina della cultura una scrittrice e tre scrittori.
Penso a mia figlia a pallavolo e agli esempi di donna che avrà davanti a sé quando leggerà un quotidiano: potrà immaginarsi, a scelta, “parente di”, “invisibile”, “mamma in lutto”, “voltagabbana”, “donna in forma”. Però, se sfonderà nello sport, potrà comparire come “atleta di fama”, soprattutto se mostrerà un bel sorriso o una divisa succinta! Mio figlio, appoggiato il flauto e preso in mano il giornale, potrà vedersi nei panni di “Capo di Stato”, “Ministro”, “imprenditore geniale”, “scrittore dall’opinione importante”.
E mentre mio marito, ancora al lavoro, già si vede “impiegato modello”, io mi guardo allo specchio e mi scopro “donna sfinita”: forse dovrei prendere quell’integratore per ritrovare la vitalità pubblicizzato a pag. 15 con l’immagine di una donna, madre e lavoratrice, che salta braccia all’aria, esultando. Proprio come me e le mie amiche a ogni fine giornata, giusto?
Dicevo… farò un po’ d’ordine cominciando da queste scarpe… oh che polvere in terra! “Ragazzi, uno di voi passi l’aspirapolvere, per favore!” “Ma io ho l'allenamento!” “Io musica”… Ok, prendo l’aspirapolvere, passo velocemente – per fortuna la casa è piccola, faccio finta di non vedere altri lavori rimasti indietro (vetri, libreria da spolverare…)… “Mamma, dov’è papà?” “Al lavoro!” (“E beato lui!”, aggiungo tra me e me), poi finalmente riesco a prendermi qualche minuto per leggere il quotidiano comprato questa mattina. Nelle prime pagine si parla di ipotesi belliche: nelle foto i capi del mondo – Putin, Biden, Macron, e i loro omologhi italiani – Draghi, Di Maio… “Tutti uomini!”, penso. Faccio una scommessa tra me e me: la prima donna sarà a pagina 15, su un tema sociale.
E invece mi sbaglio!
Già a pag. 8 c’è la regina Elisabetta… perché si è presa il Covid.
A pag. 11 c’è l’intervista a “una donna”… perché figlia di un medico morto per Covid.
Ma insomma – mi irrito – a livello europeo abbiamo ben tre donne al vertice: Ursula Von der Leyen, Roberta Metsola, Christine Lagarde, vuoi che entro la prima metà di un quotidiano nazionale non ci sia spazio per una di loro? E infatti, a pag. 13 Von der Leyen c’è, ma… in quanto bellamente ignorata, nei saluti ufficiali al summit Europa-Africa, da un Ministro ugandese (qualche giorno dopo, purtroppo, le prime immagini femminili saranno di donne ucraine che piangono per i propri figli e figlie, i propri famigliari, le proprie case sventrate).
Sfoglio le pagine freneticamente, e intanto tiro fuori dal frigo gli ingredienti per la cena, dico a mia figlia che, se non trova i calzettoni da volley, può prenderne un paio da tennis; ricordo a mio figlio di portare il flauto andando a musica, li saluto e riprendo il giornale mentre avvio la cottura del sugo.
Dove siamo noi donne?
Ecco, ecco delle foto (formato tessera, ma vabbè)! 5 donne che hanno cambiato casacca in Parlamento (su 12 totali) a fronte di una foto grande, grandissima, del Governo italiano con i Ministri, in netta maggioranza maschi; un’intervista a una parlamentare con ritratto piccolo, piccolissimo, e molto più in grande il Ministro in visita all’Expo di Dubai. Sfoglio, sfoglio ancora: fatti di cronaca nera, un “imprenditore visionario”, una nota comica che racconta come è dimagrita, qua e là atlete olimpiche e paraolimpiche (la medaglia c’è, non si può tacere), nella pagina della cultura una scrittrice e tre scrittori.
Penso a mia figlia a pallavolo e agli esempi di donna che avrà davanti a sé quando leggerà un quotidiano: potrà immaginarsi, a scelta, “parente di”, “invisibile”, “mamma in lutto”, “voltagabbana”, “donna in forma”. Però, se sfonderà nello sport, potrà comparire come “atleta di fama”, soprattutto se mostrerà un bel sorriso o una divisa succinta! Mio figlio, appoggiato il flauto e preso in mano il giornale, potrà vedersi nei panni di “Capo di Stato”, “Ministro”, “imprenditore geniale”, “scrittore dall’opinione importante”.
E mentre mio marito, ancora al lavoro, già si vede “impiegato modello”, io mi guardo allo specchio e mi scopro “donna sfinita”: forse dovrei prendere quell’integratore per ritrovare la vitalità pubblicizzato a pag. 15 con l’immagine di una donna, madre e lavoratrice, che salta braccia all’aria, esultando. Proprio come me e le mie amiche a ogni fine giornata, giusto?