Centaurus
Famiglie arcobaleno in attesa
// Cristina Pelagatti | Centaurus //
La gioia dell'attesa di un figlio con la gestazione per altri, per una coppia omogenitoriale si accompagna al timore per il futuro del bambino, che in Italia non avrà gli stessi dirittti dei figli delle famiglie cosiddette tradizionali.
La foto rappresenta Danilo a destra e Christian a sinistra nel giorno della loro unione civile, nel luglio 2021 a Bolzano
“Ricchi e capricciosi ladri di bambini altrui”: così vengono spesso dipinte le persone che ricorrono alla gestazione per altri, ma la realtà è diversa dai tentativi di mistificazione, come testimonia il caso della coppia bolzanina formata da Christian e Danilo, “in attesa” di un figlio che nascerà in California ad ottobre.
“Stiamo insieme dal 2011, siamo uniti civilmente, avevamo dato per scontato di non essere mai padri, vista l’impossibilità di adottare per le coppie omosessuali in Italia. Poi abbiamo studiato per capire come allargare la famiglia, e avendo avuto la conferma che i figli di famiglie omogenitoriali non hanno problemi psico-sociali più dei figli di famiglie tradizionali, abbiamo deciso 3 anni fa di cominciare questo progetto di vita. Dopo aver scelto l’agenzia e la clinica, negli USA, uno di noi ha fornito il materiale genetico, è stato creato l’embrione con l’ovulo di una ovo-donatrice che nostro figlio potrà conoscere ed è stato impiantato su Savannah, la portatrice. Ci sono sicuramente situazioni nel mondo di donne sfruttate ma noi ci siamo rivolti a realtà serie. Negli Usa la prassi cambia da stato a stato, è ammessa la gestazione per altri a scopo di lucro, ma ci sono dei parametri: la portatrice in California deve essere sana psico-fisicamente, deve avere un background sociale solido, deve essere economicamente autosufficiente e deve avere già figli. Savannah non sente il bimbo che porta in grembo come suo figlio, lei ci sta aiutando nel nostro sogno e noi nel suo che è magari un anticipo per una casa nuova o l’università della figlia”.
Il bimbo sarà da subito cittadino Usa e là Christian e Danilo saranno registrati entrambi come padri ma in Italia la situazione è diversa. “Solo il padre ‘biologico’ risulta genitore single, l’altro genitore, dopo alcuni anni, può richiedere l’adozione particolare del proprio stesso figlio, con un percorso lungo e tortuoso. In caso di morte del genitore biologico il bimbo non risulta figlio dell’altro, e se la coppia si separa, il genitore non biologico non ha nessun diritto, per le decisioni mediche o legali ha potere solo il genitore biologico. I figli e le figlie di famiglie omogenitoriali ci sono e non hanno diritti, per questo noi vogliamo parlarne e tenere aperta la discussione, mettendoci la faccia”.
A portare avanti l’istanza di una legge che dia pari dignità a tutte le famiglie e che, tra le altre cose, riconosca alla nascita i diritti dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali è l’associazione “famiglie arcobaleno”, come spiega Giuseppe Lo Presti, referente Famiglie Arcobaleno Trentino Alto Adige (trentinoaltoadige@famigliearcobaleno.org): “questi bambini esistono, non sono fantasmi, in Italia le stime parlano di circa 6000 figli e figlie di famiglie arcobaleno, serve una legge che ne garantisca i diritti fondamentali”.
“Stiamo insieme dal 2011, siamo uniti civilmente, avevamo dato per scontato di non essere mai padri, vista l’impossibilità di adottare per le coppie omosessuali in Italia. Poi abbiamo studiato per capire come allargare la famiglia, e avendo avuto la conferma che i figli di famiglie omogenitoriali non hanno problemi psico-sociali più dei figli di famiglie tradizionali, abbiamo deciso 3 anni fa di cominciare questo progetto di vita. Dopo aver scelto l’agenzia e la clinica, negli USA, uno di noi ha fornito il materiale genetico, è stato creato l’embrione con l’ovulo di una ovo-donatrice che nostro figlio potrà conoscere ed è stato impiantato su Savannah, la portatrice. Ci sono sicuramente situazioni nel mondo di donne sfruttate ma noi ci siamo rivolti a realtà serie. Negli Usa la prassi cambia da stato a stato, è ammessa la gestazione per altri a scopo di lucro, ma ci sono dei parametri: la portatrice in California deve essere sana psico-fisicamente, deve avere un background sociale solido, deve essere economicamente autosufficiente e deve avere già figli. Savannah non sente il bimbo che porta in grembo come suo figlio, lei ci sta aiutando nel nostro sogno e noi nel suo che è magari un anticipo per una casa nuova o l’università della figlia”.
Il bimbo sarà da subito cittadino Usa e là Christian e Danilo saranno registrati entrambi come padri ma in Italia la situazione è diversa. “Solo il padre ‘biologico’ risulta genitore single, l’altro genitore, dopo alcuni anni, può richiedere l’adozione particolare del proprio stesso figlio, con un percorso lungo e tortuoso. In caso di morte del genitore biologico il bimbo non risulta figlio dell’altro, e se la coppia si separa, il genitore non biologico non ha nessun diritto, per le decisioni mediche o legali ha potere solo il genitore biologico. I figli e le figlie di famiglie omogenitoriali ci sono e non hanno diritti, per questo noi vogliamo parlarne e tenere aperta la discussione, mettendoci la faccia”.
A portare avanti l’istanza di una legge che dia pari dignità a tutte le famiglie e che, tra le altre cose, riconosca alla nascita i diritti dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali è l’associazione “famiglie arcobaleno”, come spiega Giuseppe Lo Presti, referente Famiglie Arcobaleno Trentino Alto Adige (trentinoaltoadige@famigliearcobaleno.org): “questi bambini esistono, non sono fantasmi, in Italia le stime parlano di circa 6000 figli e figlie di famiglie arcobaleno, serve una legge che ne garantisca i diritti fondamentali”.