Rubrica
Una scuola per Rita (e per tutte le altre)
// tilia //
Un anno fa arriva una comunicazione dalla scuola primaria delle mie figlie con la proposta di darle un nome. Finalmente, finora è stata senza, o meglio portava solo il nome del paese dove si trova. Che bella cosa.
© istockphoto.com
Vado avanti a leggere la comunicazione e arrivo alle indicazioni sulla scelta del nominativo. Che sono:
Ok, bene e leggo anche che il Consiglio d’Istituto ha aggiunto la seguente indicazione:
Più che doveroso, finalmente si dà la priorità a un nome di donna. Già le donne sono praticamente dimenticate nei nomi delle strade... Leggevo di recente che a loro in Italia sono intitolate solo 7 strade su 100... Un bel gap di genere da colmare, direi. E in più di queste, la metà è dedicato a madonne e sante... Mancano quasi del tutto le scienziate, no comment. La memoria sulle strade dovrebbe essere quella delle donne che hanno agito non di quelle che hanno subito. Ma perché si continua a riproporre un'immagine di donne vittime, martiri?
Vabbè, tornando alla lettera della scuola, leggo anche che sulla proposta del Collegio Docenti va acquisito il parere della Giunta del comune in cui ha sede la scuola da intitolare. Ok. Inizia tra le famiglie il sondaggio sulla scelta del nome da dare alla scuola, si esprimono le preferenze e si arriva a una rosa di cinque candidate: Maria Montessori, Marie Curie, Rita Levi Montalcini, Madre Teresa e Frida Khalo. Si comunicano i nominativi alla scuola e al Comune per procedere con la votazione. Ma dal Comune arriva un’ulteriore proposta da inserire nella votazione, “non prioritariamente” femminile: il nominativo di UN PRINCIPE VESCOVO MEDIEVALE.
Io, e per fortuna non solo io, rimango basita. Non posso, non possiamo crederci. La motivazione del Comune: “per legami con il territorio e importanza nella storia della regione trentino-tirolese". Ma perché se i cittadini della tua comunità propongono nomi di donne illustri, scienziate, senatrici, pedagogiste, artiste, due premi Nobel per la pace e la medicina, tu, Comune, proponi un uomo, un vescovo (poco inclusivo rispetto alla pluralità di religioni presenti nella scuola), del Medioevo, che nessuno aveva mai sentito nominare prima?
… Meglio andare oltre e pensare solo che alla fine la vincitrice è stata la grande Rita Levi Montalcini. Sono felice che la scuola delle mie figlie e delle loro compagne e compagni sia intitolata a una scienziata. Credo sia un’azione concreta che vada oltre il valore simbolico e che attraverso l’esempio di una grande donna possa trasmettere alle nuove generazioni la voglia di affermarsi seguendo il suo modello, secondo i valori del rispetto, delle pari opportunità e del rifiuto verso qualsiasi forma di violenza e discriminazione di genere.
Forse il Comune dove abito dovrebbe prendere esempio dal Comune di Erice, in Sicilia, che aderisce al progetto “diPARIpasso” sulla promozione e diffusione dei valori delle pari opportunità e che in occasione della Giornata Internazionale della Donna ha intitolato ben tre scuole dell’infanzia del territorio a tre importanti donne italiane, a vario titolo protagoniste della storia dell’emancipazione femminile.
L’intitolazione deve essere fatta al nome di persone decedute da almeno dieci anni.
Le scuole a carattere statale devono essere intitolate a nomi illustri nella storia del pensiero, dell'arte, delle scienze, di persone preferibilmente legate alla realtà locale o nomi di persone, che abbiano acquisito grandi meriti nel campo sociale o civile.
Ok, bene e leggo anche che il Consiglio d’Istituto ha aggiunto la seguente indicazione:
Individuazione prioritariamente di una figura femminile.
Più che doveroso, finalmente si dà la priorità a un nome di donna. Già le donne sono praticamente dimenticate nei nomi delle strade... Leggevo di recente che a loro in Italia sono intitolate solo 7 strade su 100... Un bel gap di genere da colmare, direi. E in più di queste, la metà è dedicato a madonne e sante... Mancano quasi del tutto le scienziate, no comment. La memoria sulle strade dovrebbe essere quella delle donne che hanno agito non di quelle che hanno subito. Ma perché si continua a riproporre un'immagine di donne vittime, martiri?
Vabbè, tornando alla lettera della scuola, leggo anche che sulla proposta del Collegio Docenti va acquisito il parere della Giunta del comune in cui ha sede la scuola da intitolare. Ok. Inizia tra le famiglie il sondaggio sulla scelta del nome da dare alla scuola, si esprimono le preferenze e si arriva a una rosa di cinque candidate: Maria Montessori, Marie Curie, Rita Levi Montalcini, Madre Teresa e Frida Khalo. Si comunicano i nominativi alla scuola e al Comune per procedere con la votazione. Ma dal Comune arriva un’ulteriore proposta da inserire nella votazione, “non prioritariamente” femminile: il nominativo di UN PRINCIPE VESCOVO MEDIEVALE.
Io, e per fortuna non solo io, rimango basita. Non posso, non possiamo crederci. La motivazione del Comune: “per legami con il territorio e importanza nella storia della regione trentino-tirolese". Ma perché se i cittadini della tua comunità propongono nomi di donne illustri, scienziate, senatrici, pedagogiste, artiste, due premi Nobel per la pace e la medicina, tu, Comune, proponi un uomo, un vescovo (poco inclusivo rispetto alla pluralità di religioni presenti nella scuola), del Medioevo, che nessuno aveva mai sentito nominare prima?
… Meglio andare oltre e pensare solo che alla fine la vincitrice è stata la grande Rita Levi Montalcini. Sono felice che la scuola delle mie figlie e delle loro compagne e compagni sia intitolata a una scienziata. Credo sia un’azione concreta che vada oltre il valore simbolico e che attraverso l’esempio di una grande donna possa trasmettere alle nuove generazioni la voglia di affermarsi seguendo il suo modello, secondo i valori del rispetto, delle pari opportunità e del rifiuto verso qualsiasi forma di violenza e discriminazione di genere.
Forse il Comune dove abito dovrebbe prendere esempio dal Comune di Erice, in Sicilia, che aderisce al progetto “diPARIpasso” sulla promozione e diffusione dei valori delle pari opportunità e che in occasione della Giornata Internazionale della Donna ha intitolato ben tre scuole dell’infanzia del territorio a tre importanti donne italiane, a vario titolo protagoniste della storia dell’emancipazione femminile.