Rainbow Haus
Una casa rifugio arcobaleno per
ricominciare a vivere
ricominciare a vivere
// Cristina Pelagatti //
Da un atto d’amore per sé stessi a un percorso di vita autonoma: la Rainbow Haus non è solo un rifugio sicuro ma un luogo in cui si progetta il futuro
Miriam Arianna Fiumefreddo, ideatrice e coordinatrice di Rainbow Haus. © Centaurus Arcigay Alto Adige Südtirol ODV
Chiedere aiuto spesso è la prima dimostrazione dell’amore per sé stessi necessario per ricominciare a vivere. È in questo assunto l’atto d’amore che sta alla base della Rainbow Haus, l’appartamento protetto per persone LGBTQIA+ vulnerabili e in difficoltà socio-economica, servizio residenziale dell’Associazione Centaurus. Rainbow Haus non si limita a dare un tetto provvisorio a persone in difficoltà, ma prevede la costruzione di un progetto che permetta di uscire da situazioni problematiche. “In piena pandemia una ragazza, lesbica e figlia di migranti, a causa della perdita del lavoro, si era trovata obbligata a tornare a vivere, in lockdown, nella sua famiglia che voleva “correggerla” e ha contattato Centaurus”, spiega Miriam Arianna Fiumefreddo, coordinatrice della Rainbow Haus e presidentessa di Centaurus. “Le abbiamo pagato una sistemazione temporanea in ostello, poi ha trovato un lavoro e una casa ma questo incontro mi ha dato lo spunto per scrivere il progetto della Casa Rainbow Haus: dare un rifugio e/o un punto di ripartenza a persone in difficoltà.” La Rainbow Haus, situata in un luogo segreto di Bolzano, è organizzata in un appartamento Ipes ad affitto calmierato ed è composta da due camere per ospiti che seguono un progetto di autonomia e una per ospiti in emergenza, vi lavorano 4 persona tra operatori, coordinatrice, pedagogista e counselor e dal 2020 al 2023 ha accolto 13 persone, 4 donne trans, due uomini trans e 7 uomini cisgay, delle quali 9 straniere. “Chiedere aiuto è il primo gesto di amore verso sé stessi, il più importante. Non si deve pensare che le richieste di aiuto vengano da ragazzi cacciati dalla famiglia; sono le persone over 50 senza lavoro, trans richiedenti asilo o anziane sole quelle nelle condizioni più difficili, per le quali è più complicato organizzare un percorso.” La Rainbow Haus punta sulla costruzione del futuro, sulla casa, sul lavoro, in un’area che è una giungla “perché mancano i riferimenti normativi ed il progetto è sempre a rischio. Le persone lgbtqia+ non sono icone, sono persone che hanno bisogni reali. Casa Rainbow è un atto di emancipazione dall’ipocrisia che talvolta permea la narrazione lgbtqia+ e si concentra su bisogni che devono trovare una risposta in un impegno continuativo nel tempo. È un atto di amore di carattere solidale. Se la narrazione ldbtqia+ può fare innamorare, Rainbow Haus è l’amore più strutturato, quello che richiede continuità, progettualità, impegno. Dalle “farfalle nello stomaco” di party, manifestazioni e battaglie civili si deve passare all’amore che richiede lavoro quotidiano, progetti, atti concreti e materiali, ed è faticoso ma se non si affronta questo passaggio si rischia di rimanere nella vuota retorica.”
Per accedere alla Rainbow Haus è necessario inviare una email a help.point@ lgbt.bz.it