Club per soli uomini
Nei libri di scuola non c’è parità di genere
// Linda Albanese //
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Settembre, è ricominciata la scuola e le donne continuano a essere pressoché assenti nei programmi scolastici di letteratura italiana e non solo. Nei testi scolastici la presenza di autrici oscilla tra il 2,74% e l’8,83%. La narrazione storica e culturale italiana è sistematicamente maschile: nessuna traccia di Caterina da Siena, Sibilla Aleramo, Goliarda Sapienza o Alba de Céspedes, nei programmi. Nessuna traccia delle poetesse del XVIII secolo, numerosissime, quasi 500 donne scrittrici attive tra il 1690 e il 1800. E poi, ancora, nessuna traccia delle scrittrici novecentesche, forse note alle fasce di lettori più adulte, ma assenti nei programmi e nei libri di scuola: Matilde Serao, Natalia Ginzburg, Alda Merini o Liliana Segre, per citarne solo alcune. E lo stesso accade nel mondo dell’arte e della scienza. Come riportano i dati raccolti da Marianna Orsi nel saggio Fading Away: Women disappearing from literature textbooks, il 91% dei programmi universitari di letteratura italiana è composto da autori, e solo un misero 9% resta per le autrici. Ma come si fa, oggi, a concludere un serio ciclo di studi senza sapere dell’esistenza, in passato come oggi, di donne letterate, scienziate, artiste e protagoniste di ogni disciplina? A volte vengono relegate in un box, in opuscoli aggiuntivi, in pagine che anche graficamente sottolineano la loro eccezionalità... eccezioni che confermano la regola.