Sei servita - Das Bild der Frau in der Werbung

Sali a bordo!

// Linda Albanese //
© Sasa
Si chiama così la campagna di Sasa, azienda altoatesina di trasposto pubblico locale, che ha scelto di utilizzare i volti e le testimonianze dei suoi autisti per la ricerca di nuovi dipendenti. E nonostante il lavoro di autista non sia prettamente femminile (in Italia solo il 16% delle persone che attualmente svolgono questa professione è donna e 80 donne su un totale di 570 dipendenti di Sasa), i volti scelti per la campagna sono quelli delle autiste. Come Nadia, che da 25 anni guida per Sasa e lo fa con passione.
Non basta certo una campagna per superare i pregiudizi e non vincolare più determinate mansioni a uno specifico genere, ma sicuramente questo di Sasa è un passo avanti. E di più lo sono alcune azioni concrete che l’azienda ha messo in atto per attirare più donne conducenti, come il part-time e i turni flessibili, che agevolano la gestione dell’equilibrio vita professionale e vita privata, oltre a un programma di formazione retribuito e alla copertura dell’intero costo della patente di guida. “Fare l’autista è un lavoro flessibile e a prova di futuro” sono le parole di un’altra donna di Sasa, Astrid Kofler, che ne è la presidente.

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Questa è violenza

// Linda Albanese //
©CADMI
La Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano, primo centro antiviolenza nato in Italia nel 1986, ha lanciato per la scorsa giornata contro la violenza sulle donne una campagna di comunicazione rivolta agli uomini: “Questa è violenza. Se pensi che non ti riguardi, ti riguarda”. Ed è una delle poche volte in cui si parla direttamente agli uomini, utilizzando un linguaggio che a prima vista sembra far passare per normale un comportamento che normale non è. Per coinvolgerli in una riflessione che non è più rimandabile se vogliamo costruire una società fondata sul rispetto della libertà di tutte e di tutti e in cui la violenza maschile alle donne non esista più. Spesso ci troviamo di fronte a dichiarazioni di uomini che affermano la loro totale estraneità alla spirale di violenza a cui ogni giorno assistiamo: “non io”, “non tutti gli uomini”, “ma io cosa c’entro?” sono le frasi più ricorrenti. Queste affermazioni sono espressione di una postura soggettiva che considera ancora la violenza, frutto di comportamenti individuali da riferire a pochi uomini devianti, affermazioni che non tengono conto che spesso la violenza viene agita in maniera così sottile da nascondersi in comportamenti e scelte che tanti uomini perpetrano e ripropongono nel quotidiano, in nome della loro mascolinità e che gli consentono di vivere in una società in cui le donne vedono ancora minacciato il loro diritto a vivere libere.