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Il diritto alla distanza, che unisce
// Tilia //
Gli spazi personali sono importanti, regalano nuove storie da raccontare e aggiungono aria fresca al rapporto.

© Adobe Stock
Quando eravamo ancora “fidanzati” da poco e senza figli, lui mi dice che vuole fare una vacanza da solo con gli amici. Sapevo che aveva pieno diritto di partire, ma all’epoca l’avevo presa male. “È così bello fare tutte le cose insieme, persino scegliere la pasta al supermercato...”. Oggi, invece, (dopo quasi vent’anni di matrimonio e tre figli) penso che quello spazio solo per lui, e quegli spazi sacrosanti che poi mi sono presa anch’io, solo per me, siano sani e un investimento per il noi.
Avere spazi propri significa poter coltivare passioni personali senza diventare ossessivi: lui che parte per una domenica di pesca, io che vado a una lezione di tango. Significa uscire da soli, leggere libri diversi, ridere di cose che l’altro non capisce. È aggiungere aria fresca al rapporto. Lo spazio personale regala nuove storie da raccontare: lui torna dalla giornata di pesca con aneddoti epici da documentario, per non dire improbabili: “Amore, non sai cosa mi è successo... ho pescato una trota e poi ho dovuto imparare a sopravvivere (nemmeno fosse Bear Grylls), usando solo un ramo, due sassi e il mio panino al salame”. Mentre io torno dalla mia lezione di tango con una nuova postura e un sorriso diverso. Ed entrambi torniamo con qualcosa di nuovo da condividere.
Sempre quando eravamo fidanzati, andavamo da Blockbuster a scegliere una videocassetta. Io volevo film con una trama e un po’ di dramma, lui solo azione e tante spade laser... il risultato era che uscivamo, magari dopo due ore, senza nessun film, ma con un sacco di patatine ed enormi barattoli di gelato. Oggi, i nostri gusti personali in quanto a film non sono certo cambiati, ma noi ci siamo evoluti (guadagnandoci inoltre in dentista e nutrizionista): ognuno va al cinema con i propri amici o con uno dei figli. Di solito, così suddivisi: lui e il figlio maschio a vedere cose che esplodono, io e le mie figlie femmine a emozionarci fino alle lacrime. Meno male che ci sono i documentari, i cartoni animati o certe serie divertenti che ci trovano tutti d'accordo sul divano a rimpinzarci di popcorn.
In fondo, avere spazi propri non significa allontanarsi, ma arricchirsi. È uno degli ingredienti che rende il piatto più saporito. E poi, ogni tanto, lasciarlo andare in vacanza con gli amici... è il miglior regalo che possiamo farci.
Avere spazi propri significa poter coltivare passioni personali senza diventare ossessivi: lui che parte per una domenica di pesca, io che vado a una lezione di tango. Significa uscire da soli, leggere libri diversi, ridere di cose che l’altro non capisce. È aggiungere aria fresca al rapporto. Lo spazio personale regala nuove storie da raccontare: lui torna dalla giornata di pesca con aneddoti epici da documentario, per non dire improbabili: “Amore, non sai cosa mi è successo... ho pescato una trota e poi ho dovuto imparare a sopravvivere (nemmeno fosse Bear Grylls), usando solo un ramo, due sassi e il mio panino al salame”. Mentre io torno dalla mia lezione di tango con una nuova postura e un sorriso diverso. Ed entrambi torniamo con qualcosa di nuovo da condividere.
Sempre quando eravamo fidanzati, andavamo da Blockbuster a scegliere una videocassetta. Io volevo film con una trama e un po’ di dramma, lui solo azione e tante spade laser... il risultato era che uscivamo, magari dopo due ore, senza nessun film, ma con un sacco di patatine ed enormi barattoli di gelato. Oggi, i nostri gusti personali in quanto a film non sono certo cambiati, ma noi ci siamo evoluti (guadagnandoci inoltre in dentista e nutrizionista): ognuno va al cinema con i propri amici o con uno dei figli. Di solito, così suddivisi: lui e il figlio maschio a vedere cose che esplodono, io e le mie figlie femmine a emozionarci fino alle lacrime. Meno male che ci sono i documentari, i cartoni animati o certe serie divertenti che ci trovano tutti d'accordo sul divano a rimpinzarci di popcorn.
In fondo, avere spazi propri non significa allontanarsi, ma arricchirsi. È uno degli ingredienti che rende il piatto più saporito. E poi, ogni tanto, lasciarlo andare in vacanza con gli amici... è il miglior regalo che possiamo farci.

