Club per soli uomini

In prima linea dietro il boccale

// Linda Albanese //
Questa volta la rubrica parla di donne, precisamente delle cameriere, che un po’ per tradizione e un po’ per stereotipi di genere, reggono il peso — letteralmente — di un grande evento come l’Oktoberfest. Perché il lavoro di queste cameriere è un mix di impegno fisico, spirito di squadra e sfide quotidiane affinché il loro ruolo venga rispettato.
© pixabay
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Sono protagoniste silenziose di una delle feste più iconiche al mondo, affrontando turni estenuanti per garantire che l’evento resti memorabile. Motivi economici e pratici giocano un ruolo: molte giovani donne scelgono di lavorare all’Oktoberfest per i salari extra, l’esperienza sociale e la possibilità di far parte di un evento di fama mondiale. Spesso il lavoro richiede resistenza fisica e sorriso costante — qualità che la tradizione ha associato al genere femminile. Gli uomini, invece, sono presenti ma più spesso in ruoli di supporto logistico o nella gestione della birreria, meno visibili rispetto alle cameriere in dirndl che girano tra i tavoli con boccali pesanti. Questa divisione riflette un fenomeno più ampio: il lavoro di servizio è ancora oggi profondamente segnato da stereotipi di genere, anche in contesti festivi. Oltre a portare boccali e sorrisi, queste donne si confrontano con la necessità di ottenere rispetto e condizioni di lavoro dignitose. In contesti ad alta pressione come l’Oktoberfest, le sfide diventano più intense. Il rumore, l’alcol e la confusione rendono più difficile mantenere un ambiente sicuro. Ma il problema non è limitato a grandi eventi: anche nelle caffetterie di quartiere, nei ristoranti o nei bar, molte cameriere vivono giornalmente esperienze simili: molestie verbali, tocchi non richiesti, sguardi invadenti sono una realtà che si ripete ovunque. Interagire con la clientela è parte della professione, ma quando la convivialità sfocia in mancanza di rispetto, il confine viene violato. Le avances verbali indesiderate, i commenti sessisti o le battute sgradevoli non sono purtroppo un’eccezione. Spesso le lavoratrici devono gestire queste situazioni da sole, mentre continuano a servire con il sorriso. Non è solo una questione di educazione: è una questione di sicurezza e di rispetto del lavoro. Campagne come #MeToo hanno acceso i riflettori su queste dinamiche, spingendo molte lavoratrici a parlare. Ma la strada è ancora lunga: denunciare resta difficile, i protocolli spesso insufficienti e la cultura del rispetto ancora fragile. Le sfide quotidiane delle cameriere ci ricordano che la tutela delle lavoratrici non è solo un tema di sicurezza individuale, ma di giustizia sociale. Un ambiente di lavoro sicuro è un diritto.

Sei servita - Das Bild der Frau in der Werbung

Ornament oder Mensch: Die Entscheidung der Unternehmen

// Kathinka Enderle //
© AXA Italia
AXA bricht mit Klischees
AXA Italia zeigt, dass Werbung auch Verantwortung tragen kann. Statt Frauen auf Dekoration zu reduzieren, stellt AXA ihre Würde ins Zentrum: Kundinnen, die von häuslicher Gewalt betroffen sind, erhalten kostenlose Beratung, psychologische Hilfe und Unterstützung für ihre Kinder. Das ist kein leeres Bild, keine austauschbare Pose, sondern konkrete Fürsorge. Ist das nicht die Art von Werbung, die wir uns wünschen sollten? Eine, die stärkt, statt zu degradieren? Eine, die zeigt: Frauen sind nicht Kulisse, sondern Menschen.



© PEKEAG GmbH, Berlin
© Klempnerei Ulbricht, Sachsen
„Herrliche Aussichten“ – aber auf wessen Kosten?
Und dann kommen leider die anderen.Ein Logistikunternehmen, das Frauen in Babydolls und High Heels auf Lkw drapiert – was soll daran die Professionalität sein? Technik, Leistung, Präzision? Oder doch nur das altbekannte Muster: Haut statt Kompetenz? Ist es nicht vielmehr ein Eingeständnis von Ideenlosigkeit, wenn man auf nackte Körper zurückgreifen muss, um Aufmerksamkeit zu erkaufen?

Oder der Slogan einer Klempnerei „Herrliche Aussichten“ neben einem abgeschnittenen Frauenkörper. Geht es wirklich um Dächer oder doch nur um das voyeuristische Fenster in ein degradiertes Menschenbild?

Und schließlich die Anzeige einer Baumpflegefirma, die zeigt wie eine Frau einen Baumstamm küsst, während darunter steht: „…wir pflegen Bäume!“. Pflege? Oder Pose? Nachhaltigkeit? Oder unfreiwillige Komik? Was bleibt übrig außer Fremdscham, wenn Natur zur Requisite und Frauenkörper zur Pointe degradiert werden?



© Baumpflege Staniek, Tulln
Die Wahl: Ornament oder Gleichberechtigung
Alle diese Negativbeispiele haben eines gemeinsam: Frauen sind nicht handelnde Personen, sondern bloße Objekte. Platzhalter, Lückenfüller, Projektionsflächen. Was sagt das über unsere Vorstellungen von Arbeit, Geschlecht und Wert? Welche Bilder prägen sich in unser gesellschaftliches Gedächtnis ein, wenn Kompetenz immer wieder hinter Dekolletés verschwindet? Wollen wir wirklich, dass die Zukunft unserer Arbeitswelten so aussieht? AXA hat gezeigt, dass es anders geht: Werbung kann auch stärken. Unternehmen haben eine klare Wahl – Frauen weiter zum Ornament zu machen. Oder endlich sichtbar zu machen, was wirklich zählt: Gleichberechtigung, Kompetenz und Würde.