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Donne in marcia – Frauenmarsch scuotere l’Alto Adige

// Redazione //
Il 25 settembre del 2021 centinaia di persone sono scese in piazza a Bolzano per scuotere le anime e far sentire a voce alta la propria protesta contro ogni forma di violenza e disuguaglianza di genere. Sono state molteplici le associazioni femminili e reti femministe che hanno aderito all’appello, presentando un manifesto con proposte di azione concrete. La giornalista Anita Rossi, una delle molte organizzatrici, ha partecipato alla realizzazione del breve filmato di Pia Profanter (visibile su youtube) che raccoglie le voci di protesta.
Durante la marcia sono state allestite delle sedie con i nomi delle vittime dei feminicidi e alcuni slogan femministi che ora circolano nei comuni altoatesini © Manuela Tessaro
Qual è stato il motivo per cui siete scese in strada?
La nostra società ha un problema: la vita delle le donne è pericolosa, a prescindere da quanti anni abbiano, da dove vengano, dal loro aspetto o da ciò che fanno o non fanno. Non possiamo più girarci dall’altra parte e far finta di niente. Per troppo tempo noi donne ci siamo adagiate sulle conquiste delle nostre madri e delle nostre nonne. Ci siamo sentite tutelate dalla legge. Eravamo convinte che il nostro corpo ci appartenesse e che volendolo, avremmo potuto raggiungere le stelle. Ci credevamo al sicuro, ma avevamo torto, perché vigono ancora moltissime disparità fra generi, tra cui il divario retributivo, la suddivisione del lavoro di cura e forme di sessismo onnipresente. La violenza e i femminicidi sono la punta dell’iceberg, l’escalation della disparità. Prendere atto che solo nel 2020 in Alto Adige sono avvenuti tre femminicidi, è stato un pugno nello stomaco, è stato il monito per chiamare i media, scendere in piazza e mostrare la nostra indignazione, affinché non avvenga più nessuna forma di violenza.
Quali sono le vostre richieste?
NON TOLLERIAMO PIÙ che si decida e pianifichi senza di noi, che ci si rimuova dal dibattito pubblico, che ci si calpesti con parole e azioni onLIFE e onLINE o che, per via del nostro genere, ci si svaluti, umili e usi. Non vogliamo più essere relegate al lavoro di cura e non permettiamo più che la mascolinità tossica e la violenza contro le donne siano minimizzate (anche dai media) o socialmente tollerate. Non è più accettabile subire violenza di genere ed essere vittime di femminicidio.
PRETENDIAMO Rispetto - Partecipazione - Equità. Giustizia nella quotidianità e nei tribunali. Pretendiamo che le scuole siano luoghi di emancipazione e sensibilizzazione, pari opportunità. Pretendiamo retribuzioni per un lavoro di pari valore e pensioni dignitose. Reclamiamo la non-violenza e i nostri diritti umani.
INVITIAMO tutte le persone a unirsi a noi, affinché possiamo dividere la torta in modo equo, affinché siano anche gli uomini a ribellarsi assieme alle donne, assumendo la loro parte di lavoro di cura retribuito e non retribuito, affinché scompaiano misoginia e mascolinità tossica.
Perché avete scelto il 25 settembre 2021 per la marcia?
Siamo stanche che solo l'8 marzo o il 25 novembre siano le date in cui parlare di disuguaglianze di genere, compiangendo le donne o abbracciandole per solidarietà. Ogni giornata è una giornata femminista, ecco perché abbiamo scelto il 25 settembre per nominare l'ingiustizia, fare resistenza e agire concretamente. Un giorno come un altro in cui si agisce, si protesta per iniziare una rivoluzione a voce alta. Dopo dieci anni dall’istituzione della Convenzione di Istanbul (EU 11.5.2011) che tutela le donne dalla violenza di genere, la violenza verso le donne non diminuisce e neanche le forme di discriminazione, sessismo e pensiero patriarcale. Solo unite/i possiamo far sì che questo diventi un mondo più equo e libero per ogni persona.
Anita Rossi in azione © Manuela Tessaro
Il reportage (20 min) è visibile sul canale
youtube del Frauenmarsch – Donne in marcia
www.youtu.be/QBMbCwLkctg
Qui invece il manifesto lanciato dalla rete della marcia:
www.bit.ly/3MDwKM0

SPEAK
Literarische Frauenstimmen

Rastlos im Denken

// Bettina Conci //
Anne Marie Pircher, Jahrgang 1964, wurde in Schenna geboren. Sie lebt und schreibt auf einem Bauernhof in Kuens bei Meran. Ihr erster Roman „Iris und Pupille“ erschien im Februar 2022 und erzählt die Geschichte von Maria, einer rebellischen jungen Frau, die in den Achtziger Jahren in die USA reist und die Sonnen- und Schattenseiten dieser neuen Welt ebenso erkundet wie die ihres eigenen Seelenlebens.
© Manuela Tessaro
Die Frage danach, woher Anne Marie Pircher ihre Kreativität nimmt, ist berechtigt. Wer wie sie ein kleines Fleckchen Südtirol zu seinem Zuhause gemacht hat, ein ländliches Idyll, aus dem es nach Heirat und Kinderkriegen erst mal für ein paar Jahre kein Entrinnen gab, fällt aus dem Rahmen des Bildes, das man von einer Schriftstellerin hat, unkonventionell und immer von etwas getrieben. Ihre Antwort lässt ein gewisses Amüsement durchscheinen, so, als sei sie selbst erstaunt darüber, dass sie hier tatsächlich ihren Platz, ihr „Zimmer für sich allein“ gefunden hat. Rastlos im Denken sei sie. Bereits vor ihrer Heirat habe sie eine Menge erlebt, aber die Familie habe ihr auch eine gewisse Struktur und Stabilität gegeben, die sie brauchte. Auch sei die Zeit, die sie mit ihren Kindern verbracht hatte, eine Quelle der Inspiration gewesen, die ihr Stoff für zukünftige Werke geliefert habe.
Die Sehnsucht spielt eine große Rolle beim Schreiben
Die Mutterrolle so intensiv leben, um kreative Kraft aus ihr zu schöpfen – ein Traum, der sich nicht in jedem Beruf so mühelos verwirklichen lässt. Pircher, für die Literatur schon immer zu ihrem Leben gehört hat, die aber erst selbst schreibt, seit sie Mitte Dreißig ist, ist sich dessen bewusst. Sie habe, wie ihre Söhne heranwuchsen, allerdings auch zunehmend ungeduldiger darauf gewartet, endlich zu schreiben.
Die Abenteuerlust aus der Jugend, die sie an Orte wie Marseille, einen der Schauplätze ihres Romans, führte, ist nicht ganz verflogen. Auch heute noch reist sie. Zuerst, als die Kinder größer waren, waren die europäischen Städte dran, die sie zusammen mit ihrem Mann oder in Reisegruppen erkundete, und als Nächstes wird sie wohl auch alleine unterwegs sein. So kommt sie mit fremden Leuten leichter ins Gespräch und kann unbeobachtet beobachten. „Aber,“ winkt sie ab, „mittlerweile gefällt es mir hier immer besser. Ich wollte immer in einer Stadt wohnen. Jetzt genieße ich, dass ich rund ums Haus bis auf das Geräusch des Traktors nicht viel höre.“

„Die Sehnsucht spielt große Rolle beim Schreiben,“ sagt Anne Marie Pircher nachdenklich. „Am Anfang stehen die Erfahrungen, die man macht, später werden sie von der Sehnsucht abgelöst, alles Überflüssige wegzulassen. Die Suche nach dem Essentiellen kann auch rastlos machen. Die Suche nach Erkenntnis, nach dem eigenen Ich. Man spielt ja so viele Rollen im Leben.“