Club per soli uomini

Ancora pochissimi i papà a casa con i figli

// Linda Albanese//
© Kenny Eliason / Unsplash


In Alto Adige tutti i papà lavoratori del settore privato che vogliono prendersi cura per un massimo di tre mesi dei figli, nel primo anno e mezzo di vita, hanno accesso al contributo integrativo dell'assegno provinciale al nucleo familiare. A richiederlo però sono stati solo in 89, questi i dati poco confortanti dell’Agenzia per lo sviluppo sociale ed economico della Provincia. Anche perché da luglio 2022 è stato tolto il limite del reddito. Secondo la ricerca sulla famiglia dell’Istituto Provinciale di Statistica ASTAT nel 2021 è cresciuta, rispetto alla stessa indagine precedente del 2016, la convinzione che i padri debbano prendere più congedi di paternità. Tuttavia, nei fatti, la percentuale di famiglie in cui anche i padri usufruiscono del congedo parentale negli ultimi cinque anni è rimasta praticamente stabile.
Le cifre purtroppo confermano come, nonostante i tempi siano cambiati, il carico della gestione familiare, e in particolare dei figli, gravi in sostanza tutta sulle donne. Che per conciliare impegni di lavoro e impegni familiari, spesso e volentieri, sono costrette a prendere part-time e congedi. Non poche addirittura a dare le dimissioni: scelte che pesano prima a livello di stipendio e, in prospettiva, sulla pensione. È inaccettabile che in Italia la maternità sia la causa delle dimissioni di nove donne su dieci.
Diversi studi dimostrano come i congedi di paternità siano uno strumento di grande rilievo nel rapporto di coppia e nel rapporto dei padri con i propri figli, migliorandone anche la salute e lo sviluppo. Moltissimi passi avanti devono essere fatti per un cambiamento dei modelli culturali di riferimento maschili, per piena condivisione delle responsabilità familiari e per politiche pubbliche che sostengano la genitorialità, anche al fine di contrastare la crisi demografica in atto.

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Dove sono le donne nei governi regionali?

// Linda Albanese//
Fugatti (Trentino), Fedriga (Friuli-Venezia Giulia), il ministro Salvini, Zaia (Veneto), Bonaccini (Emilia-Romagna), Fontana (Lombardia, collegato da remoto) e Alfreider (Alto Adige) © Ufficio stampa Regione Trentino-Alto Adige/Davide Cordua


Le Regioni e le Province autonome del Nord-Est firmano il protocollo d’intesa per la logistica del Nord-Est. A mettere la sua firma sul protocollo, in nome della Provincia autonoma di Bolzano, è stato l’assessore provinciale alla Mobilità e alle Infrastrutture, Daniel Alfreider. Assieme a lui il ministro Matteo Salvini e i governatori Stefano Bonaccini, Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana (collegato da remoto), Luca Zaia e Maurizio Fugatti. Impossibile non notare l’assenza di una donna, di una governatrice. Non c’è però da stupirsi, visto che di 20 regioni italiane solo una donna ne è la presidente. L’unica lei in campo è Donatella Tesei, dal 2019 alla guida della regione Umbria. Una mosca bianca la Tesei, in una regione che peraltro vanta il primato di donne al comando negli ultimi vent’anni. Ma tolto il comandante in capo e alcuni luogotenenti, anche l’Umbria è poco rosa. Una donna sì, che però guida una regione di uomini.