Voci letterarie femminili
Esordiente nella narrativa a ottant’anni
// Linda Albanese //
Laureata in pedagogia, ha insegnato a lungo come maestra, ha fatto la mamma e la nonna, prima di rendersi conto che ha sempre avuto una storia in testa. E che anno dopo anno si è sviluppata fino a diventare un romanzo. A ottant’anni, Nella Frezza, classe 1942, pubblica Bugie di famiglia con Salani. È nata a Orvinio, piccolo borgo montano nel Lazio, dove tuttora passa molto tempo quando non è a Roma.
Bugie di Famiglia © Salani Editore
Le bugie, anche quando non hanno le gambe corte, sono molto pazienti, logorano i rapporti un po’ alla volta, per poi, a distanza di anni, presentare il conto con tutti gli interessi. Al suo primo romanzo, Nella Frezza indaga con scrittura inesorabile i fragili equilibri che tengono insieme le famiglie, in ogni luogo e in ogni tempo, e il male che facciamo a noi stessi per difenderci dal giudizio degli altri. Sullo sfondo l'Italia del boom economico, che l'autrice ha vissuto in prima persona, poi del femminismo e delle battaglie per l'aborto e il divorzio, con l'introduzione del nuovo diritto di famiglia (magistralmente inserito nel romanzo), dell'emigrazione e del terrorismo. Il romanzo è uno spaccato della lotta delle donne che danno voce ai propri diritti contro violenze e prevaricazioni, soprattutto al vedersi riconoscere la libertà di decidere se affrontare o meno una gravidanza.
Lontana dai giudizi
Una volta in pensione, Nella Frezza ha iniziato a comporre il romanzo, anche se non è stato affatto semplice. Non ha praticamente avuto confronti con le persone a lei vicine circa la redazione del libro e la sua trama. Ma d’altra parte questo le ha dato la possibilità di scrivere con i suoi tempi e modi e soprattutto senza subire influenze sulla scrittura. L’autrice rivela che la più grande lezione che ha appreso nella sua vita è l'astenersi dal giudicare, rendersi conto che la realtà bisogna guardarla con i propri occhi, viverla da vicino. Solo allora si possono dedurre le risposte. Ma sempre avendo il dubbio che quella non sia la risposta definitiva, lasciando sempre una porta aperta a una nuova strada.
Non ci sono limiti
Pubblicano saghe, memoir, animano blog. E hanno i capelli grigi: sono sempre di più le autrici che in pensione tirano fuori il libro dal cassetto. Magari dopo una vita come professioniste, mogli e nonne. Dimostrando così che non ci sono limiti. Non è un trend, ma poco ci manca. Perché sono sempre di più le autrici e gli autori che esordiscono “tardi” nella vita, dopo percorsi esistenziali e professionali completamente diversi. «Le autrici di questa età sono lucide e scrivono benissimo. Se decidono di scrivere è perché hanno qualcosa da raccontare, un’esperienza, un vissuto, e vogliono svilupparla per comunicare nel presente cosa hanno imparato» commenta Bianca Borriello, collaboratrice dell’Università della Terza Età a Siziano, Pavia.Nella Frezza © Salani Editore