Club per soli uomini

Le grandi assenti del futuro

// Linda Albanese //
© IRE 2
Il motto dell’edizione 2023 della serie di eventi “Laboratorio sul futuro dell’Alto Adige” è stato “I giovani al centro: collaboratrici e collaboratori motivati in azienda”. Nel titolo del laboratorio che ha visto protagoniste le giovani generazioni e la loro notevole influenza sul futuro mercato del lavoro, la presenza femminile c’è... ma sembra esserci solo nel titolo. Perché, infatti, nella foto scelta per accompagnare la notizia, sia sui media sia sul sito ufficiale dell’evento, sono presenti solo uomini. Si sarebbe potuta scegliere una foto diversa? Sì. Magari che rappresentasse meglio il futuro delle nuove generazioni, delle prossime figure dirigenziali, anche in un’ottica di parità di genere? Certamente sì, si poteva scegliere diversamente, ma non è stato fatto. Anzi, nella foto scelta compaiono solo manager uomini. Dirigenti che dichiarano questo: “Le giovani generazioni hanno un’influenza notevole sul mercato del lavoro del domani e innescano dei cambiamenti grazie alle loro nuove idee e prospettive”. E le donne manager dove sono? Ma allora che questo cambiamento arrivi veramente, e presto. Ma che arrivi non solo nella scelta di una foto più equa e inclusiva da pubblicare, che porti concretamente a colmare il gender gap trovando le vie di un miglioramento per diffondere una cultura aziendale più equa e inclusiva.

Club per soli uomini

Donne e Intelligenza Artificiale: gender gap da colmare

// Linda Albanese //
© artificial intelligence - Pixabay
Lo dicono nel loro ultimo libro due professoresse ordinarie all’Università degli Studi di Milano, entrambe prorettrici, Maria Pia Abbracchio di Farmacologia e Marilisa D’Amico di Diritto costituzionale. Sono le autrici di “Donne nella scienza – La lunga strada verso la parità” (FrancoAngeli, 2023), in cui lanciano l’allarme sulla marcata carenza delle immatricolazioni femminili delle aree ICT (Information and Communication Technologies). Il Digital Divide di genere, sia in termini di accesso sia di uso o formazione agli strumenti digitali, è alimentato da una serie di stereotipi che continuano a rafforzare la percezione che le tecnologie non siano adatte a ragazze e donne, producendo così un notevole scompenso di genere tra gli operatori del settore. L’intelligenza artificiale svolge oggi un ruolo centrale, ma oggi solo il 22% dei professionisti del settore sono donne a livello mondiale. Se vogliamo maggiore equilibrio e maggiore uguaglianza nella costruzione di algoritmi, che siano quindi più inclusivi e che rispondano meglio alle caratteristiche e ai bisogni di tutta la popolazione, è necessaria una maggior presenza di donne nella produzione di algoritmi, per prevenire discriminazioni. Le donne devono sapere che queste professioni non sono loro precluse e che hanno tutte le abilità per eccellere ed essere motori del cambiamento in atto.