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“E questa la chiami parità?” Le donne islandesi tornano a fermarsi e a bloccare il paese
// Verena De Monte //

A quando uno sciopero delle donne in Italia appoggiato
dai sindacati? © freepik
Il 24 ottobre scorso in Islanda è stato indetto un giorno senza donne, “Kvennafrì”. Le donne si sono astenute sia dal lavoro retribuito sia da quello domestico e di cura per protestare contro il divario salariale e la violenza di genere. L’Islanda è uno dei paesi più vicini al raggiungimento della parità di genere, ma in alcune professioni il divario di retribuzione è ancora al 20% e più di una donna su tre ha subito violenza di genere nella propria vita. Ha scioperato anche la premier Jakobsdottir, invitando tutte le donne a farlo perché “non sono stati raggiunti gli obiettivi di piena uguaglianza di genere, cosa inaccettabile nel 2023.” Secondo i giornali locali, la partecipazione è stata grande come nel 1975, quando aderì il 90% delle donne. Durante lo sciopero ci sono state manifestazioni in tutta l’Islanda, la più grande nella capitale Reykjavik, dove sono scese in piazza 100mila persone.