Il piacere femminile

Il piacere è tutto mio

// Linda Albanese //
Il piacere femminile come affermazione del sé tra il diritto del pieno godimento anche e soprattutto in età matura, la masturbazione, l’aspetto fisico, il sesso orale, il porno e molto altro: sono ancora troppi i tabù e le incertezze che spesso tengono bloccate le donne nel raggiungimento libero del piacere.
© Gabriel Matula - unsplash
Nancy Stokes, vedova da poco, insegnante di religione in pensione, madre di figli grandi, ingaggia un affascinante professionista del sesso di oltre trent’anni più giovane di lei, Leo Grande, che vive questo impiego come una vocazione. Sposatasi a vent’anni con il suo primo e unico amore, dopo un matrimonio solido e rigoroso, ma dall’intimità insoddisfacente e senza aver mai provato un orgasmo, ora Nancy decide di vivere la sua prima esperienza appagante. Liberata dai suoi tabù riscopre sé stessa instaurando un rapporto di fiducia con l’abile partner. È la trama de “Il piacere è tutto mio”, una pellicola senza peli sulla lingua e al contempo garbata sulla sessualità femminile e sulla body positivity, un inno alla bellezza, uscita nelle sale nel 2022, con una grandissima Emma Thompson nei panni di Nancy.

Libere di scoprirsi e riscoprirsi
Il desiderio di Nancy rappresenta quello di tutte le donne che vogliono esplorare il piacere senza venire giudicate e senza diventare immediatamente un oggetto. Rivendica il diritto di raggiungere il pieno godimento, di autorealizzazione e autodeterminazione anche e soprattutto in età matura. Il piacere femminile, e non solo nella storia del cinema, è ancora poco trattato, soprattutto quando il punto di vista è quello di una donna di più di sessant’anni. “La nostra cultura non accetta che chi ha le rughe parli di sesso” ha detto Jane Fonda, 86 anni. Nancy, la protagonista del film, rende l’uomo che ha ingaggiato oggetto delle sue esplorazioni, che sono tali perché sta compiendo un cammino di crescita personale, cercando di capire cosa davvero le piaccia, cosa la rende felice, senza farsi condizionare dalle regole sociali o dall’età. Tanto è vero che rivelerà a una sua ex studentessa, cameriera nel bar dell’hotel dove Nancy è solita incontrarsi con Leo, di trovarsi lì non solo per bere un caffè con quel bel ragazzo ma perché lo ha assunto come gigolò. La storia di questa donna ribadisce inoltre l’importanza per tutte le donne, e gli uomini, di una comunicazione sincera e libera dei partner, scevra da sensi di colpa o di inadeguatezza.

Piacere senza tempo
L'Ufficio Anziani e distretti sociali e l'Associazione delle Residenze per Anziani dell'Alto Adige ha lanciato quest’anno un’importante campagna sulla riscoperta della propria intimità nella terza età per sensibilizzare sull'amore e sulla sessualità senza tempo, con conferenze, serate cinematografiche e una brochure per aiutare anche le persone mature a liberarsi dai tabù e decidere in piena autonomia (sessualita-nella-terza-eta.bz.it). Sopravvivono ancora tabù del passato, per esempio quelli sulla vita sentimentale degli anziani. In realtà, quando l’età avanza non smettiamo affatto di provare sensazioni e desideri, di qualunque genere, anzi, la vita sessuale e l’amore in età avanzata sono argomenti di cui la società dovrebbe parlare più apertamente. Un confronto libero e senza pregiudizi su questi temi aiuta a far sì che si possa invecchiare attivamente, conservando la propria autonomia e libertà di scelta, anche se si vive in una residenza per anziani, potendo disporre di spazi sufficienti e adeguati a godersi autonomamente la propria sfera privata e soddisfare le proprie esigenze di contatto con gli altri. In alcuni Paesi, nelle residenze per anziani si sta affermando la pratica della cosiddetta “assistenza sessuale”, con proposte e soluzioni varie. Come la “camere delle coccole” per chi non dispone di una camera singola in cui poter vivere la propria sessualità nel modo preferito e con la dovuta riservatezza. Nell'ambito dell'approvazione della legge provinciale per la promozione dell'invecchiamento attivo, il Consiglio provinciale altoatesino ha approvato una risoluzione, con l'obiettivo di dare maggiore visibilità pubblica ai temi dell'amore e della sessualità in età avanzata e di non considerarli più un tabù.

Vengo prima io
Orgasmo, masturbazione, sesso orale, eccetera: sono ancora troppi i luoghi comuni e pregiudizi sul sesso delle donne, e non solo in Italia. La sessualità femminile è ancora condizionata da vergogna e sensi di colpa, e per questo le donne pensano più a ciò che dovrebbero fare, piuttosto che a ciò che vogliono fare. «Per molti anni non sono riuscita a raggiungere l'orgasmo. La prima volta che è successo mi sono sentita finalmente me stessa, completa, come se avessi riacquisito il mio potere e avessi incontrato quella parte di me che cercavo da tempo». Sono le parole - dirette, oneste e cariche di sollievo - di una delle sedicimila donne italiane che hanno deciso di condividere esperienze e dubbi sull'orgasmo prima in un questionario online che poi è diventato un libro, “Vengo prima io”. Realizzato dalla sessuologa e psicoterapeuta Roberta Rossi, Presidente della Federazione Italiana Sessuologia Scientifica e pubblicato da Fabbri Editori, “è il risultato di un dialogo a distanza schietto e ricco di spunti nel quale un argomento tanto intimo e così spesso trascurato si spoglia dei pregiudizi e dei luoghi comuni e diventa il fulcro dal quale ripartire per imparare a godersi pienamente il sesso” afferma l’autrice. C'è chi non è sicura di aver mai raggiunto l'orgasmo; chi è alle prime esperienze e vuole scoprire cosa la soddisfa davvero; chi in coppia non sa come esprimere i propri desideri; chi dopo il parto fatica a ritrovare il piacere; chi in menopausa vive grossi disagi; chi prova dolore; chi soffre per una quotidianità di lungo corso; chi è curiosa di sperimentare nuove strade. Perché tutte hanno il diritto di riconquistare una maggiore confidenza con sé stesse, con i propri gusti, per capire cosa piace e imparare a chiederlo. Per vivere il sesso con serenità e consapevolezza senza vergognarsi, mai.
Tornando a Nancy Stokes, nella scena finale del film, dopo aver provato da sola per la prima volta il suo giustamente tanto desiderato orgasmo, lei si guarda nuda allo specchio finalmente consapevole del suo corpo e della bellezza che anche a più di sessant’anni porta con sé. Quella scena di nudo integrale è fondamentale ai fini del percorso del personaggio, anche per ribadire le esigenze di un corpo troppo a lungo dimenticato.

Hausarbeit gehört nicht dazu

Putzen ist Geil

// Alexandra Kienzl //
Es gibt viel Tolles, was frau mit ihrer Zeit anstellen kann. Hausarbeit gehört nicht dazu.
Ich liebe putzen, und nicht nur das. Ich verzehre mich geradezu danach, Spielsachen wegzuräumen, Böden zu schrubben, Wasserhähne zu polieren. Die Spülmaschine räume ich morgens schon aus, noch bevor ich den Kaffee aufgesetzt habe, weil ich mich die ganze Nacht lang drauf freue wie ein Kind auf Weihnachten. Manchmal will mein Mann das Badezimmer putzen, aber dann reiße ich ihm sofort die Huder aus der Hand und beanspruche das Vergnügen für mich, wäre ja noch schöner, wenn man sich nur die Rosinen raussucht. Putzen gibt mir inneren Frieden, es macht mich zu einem besseren Menschen. Könnte ich nicht putzen, wäre mein Leben leer, daher bin ich dankbar, dass mir die Putzanlässe nie ausgehen. NIE. Niemals nie. Kaum ist geputzt und aufgeräumt, weht von irgendwo ein Staubwudel her, wird die nächste Legokiste ausgeleert. Ist das nicht wunderbar?

Nein, natürlich ist es nicht wunderbar, und ich habe auch nicht zu viel WC-Reiniger geschnüffelt, dass mir solch groteske Lobeshymnen entfahren: Es ist lediglich der verzweifelte Versuch, sich eine Sache schönzureden, der man nicht entkommen kann, wenn man doch einen gewissen Wert auf eine Grundsauberkeit und -ordnung legt. Eine*r muss den Job halt machen, und meistens, jawoll, ist es die Frau im Haushalt. Der Mann wäre viel begabter dazu, finde ich, aber der ist die meiste Zeit außer Haus, die Kinder sind (noch) zu klein, um diesbezüglich sinnvoll eingespannt zu werden und bewirken mit ihren beherzten Hilfestellungen nur noch das größere Chaos, auch die Katze achtet nur bei der eigenen Körperpflege auf penible Reinlichkeit und hinterlässt unbekümmert zusätzliche Dreck-Baustellen. Was bleibt einem da, als das Beste aus dem Unausweichlichen zu machen? Wenn dir das Leben Zitronen gibt, mach Zitronenreiniger daraus, oder so ähnlich.

Also versuche ich, mir das Ganze als tolles Fitnessprogramm zu verkaufen: Po durchstrecken beim Abstauben, Kniebeugen beim Wäsche zusammenlegen, Bizeps anspannen beim Fensterputzen. Saubere Wohnung und freshe Figur, was für eine Win-win-Situation, denke ich. Bis ich merke, dass ich mir da eine ziemlich einseitige Knackigkeit antrainiere (als Rechtshänderin wird dann halt nur der rechte Oberarm gestählt) und das Ganze dann noch mehr Zeit in Anspruch nimmt, weil Verschnaufpausen nötig werden. Außerdem leidet die Würde, das muss ich ganz klar sagen. Deshalb, neue Strategie: Einfach die mentale Auszeit für unglaublich kluge und tiefsinnige Gedankengänge nutzen, die meisten Tätigkeiten im Haushalt erfordern ja einen überschaubaren kognitiven Einsatz – dachte ich. Beim Wäsche-sortieren die nächste Kolumne im Geiste schreiben, beim Kochen darüber sinnieren, wieviel wertvolle Lebenszeit eigentlich mit dem ständigen Versuch des Wiederherstellens eines Zustandes, der utopisch, weil nie von Dauer ist, verplempert wird, beim Tisch-decken feststellen, dass all die berühmten Philosophen, Künstler, Erfinder, Wissenschaftler usw. nur deshalb ebensolche werden konnten, weil jemand anderes diesen Haushalts-Kram für sie übernommen hat. Funktioniert prächtig – bis der Mann fragt, was die Kinderunterhosen in seiner Schublade machen, man feststellt, dass man die Bolognese ohne Faschiertes gekocht hat, der Schrei: „Mama wieso kriag i kuan Leffl??“ ertönt. Es ist ein Mythos, dass Hausarbeit kopflos ist: Es braucht ihn grad so viel, dass man sich auf die Tätigkeit konzentrieren, aber doch intellektuell maßlos unterfordert ist.

Da bleibt nur eines: Frauen, wir müssen vermehrt in die Wissenschaft. Wieso können wir ins Weltall fliegen, Atome spalten, Tiere klonen, aber das Klo müssen wir immer noch selbst putzen? Wieso schreibt ChatGPT Romane und wir saugen den Dreck unterm Sofa raus, wenn es eigentlich umgekehrt sein sollte? Das kann nur daran liegen, dass die selbstreinigende Wohnung und der Haushaltsroboter bislang noch nicht als die Priorität behandelt wurden, die sie eigentlich sein sollten. Lasst leidgeprüfte Frauen an die Hebel, und wir hätten endlich Zeit, die Welt zu verändern, statt zum x-ten Mal die Fensterbank abzustauben.