Around the World

Parigi 2024, le olimpiadi delle donne

// Lorena Palanga //
Olimpiadi a Parigi © Amada Ma - unsplash
Quelle del 2024 saranno ricordate come le Olimpiadi delle donne. Le atlete di tutto il mondo hanno brillato come non mai, regalando alle rispettive nazioni nuove emozioni e anche nuove visioni. L’Italia ad esempio ha visto le azzurre trionfare dalla ginnastica ritmica al volley femminile. Kaylia Nemour ha scritto la storia del suo Paese, l’Algeria, conquistando il primo oro olimpico di tutta l’Africa nella ginnastica. Anche l’India ricorderà a lungo la performance di Manu Bhaker che con il suo talento è diventata la prima tiratrice del Paese a vincere ben due medaglie olimpiche. Degna di nota per il duplice significato anche la vittoria della pugile Cyndia Ngamba, 25 anni del Camerun, che ha portato così a casa la prima medaglia in assoluto del team Olimpico dei rifugiati, la squadra che ha esordito ai Giochi di Rio 2016, nata dalla collaborazione fra Cio e Unhcr e che ha Parigi ha visto la partecipazione in tutto di 37 atleti, provenienti da Paesi in cui la situazione politica è difficile o scappati da situazioni personali di pericolo. Emozionante il messaggio di speranza rivolto a fine gara a tutti i profughi del mondo: “Voglio dire loro che sono innanzitutto persone e che possono ottenere qualsiasi obiettivo se lavorano sodo e credono in se stessi”, così Ngamba.

Around the World

Polen: Abtreibungsrecht gescheitert – Proteste entflammen

// Kathinka Enderle //
Proteste für das Recht auf Abtreibung © Zorro2212 - Eigenes Werk, CC BY-SA 4.0
Der polnische Ministerpräsident Donald Tusk versprach, Schwangerschaftsabbrüche in Polen zu erleichtern. Doch im Juli scheiterte der Gesetzesentwurf aufgrund konservativer Koalitionspartner. Die Änderung zur Entkriminalisierung der Beihilfe zum Abbruch wurde knapp mit 218 zu 215 Stimmen abgelehnt. In Polen sind Schwangerschaftsabbrüche nur bei Vergewaltigung, Inzest oder Gefährdung der Frau erlaubt. In anderen Fällen bleibt der Abbruch selbst straffrei, doch die Beihilfe wird mit bis zu drei Jahren Gefängnis bestraft. Nach der Ablehnung des Gesetzesentwurfs protestierten zahlreiche Aktivist*innen in mehreren Städten und machten die tiefen politischen Konflikte um das Thema Abtreibung in Polen erneut deutlich.