PARLAmentO di donne per donne

Ripensare il domani in modo collettivo

// Sarah Trevisiol //
“È il momento del cambiamento, di nuove possibilità. Il tempo di ripensare il domani insieme.” Il PARLAmentO di donne per donne (ma non solo) è un incontro virtuale in cui scambiarsi esperienze, riflessioni e idee, stimoli ma anche dubbi e paure. È uno spazio sicuro in cui poter parlare e ascoltare con il cuore, con rispetto per la parola altrui, in cui poter trovare punti in comune, sinergie, supporto reciproco e una coscienza e un sapere collettivo.
Erntebild Parlamento © blufink
Chi sono? Dove mi trovo attualmente nella mia vita? Dove voglio andare e cosa vorrei invece lasciarmi alle spalle? Cosa emerge quando ascolto attentamente le parole altrui? Cosa può nascere dal nostro dialogo? Su cosa vale la pena focalizzare la nostra attenzione e cosa vogliamo far crescere nel nostro ventaglio di possibili opportunità future? Pensare all'altra persona, ma non parlare per lei, parlare insieme per raggiungere mete condivise, per creare aggregazione comunitaria e senso di responsabilità condivisa.
La sfida accettata da Jutta Wieser e Katharina Erlacher, che coordinano il progetto PARLAmentO in veste della cooperativa sociale blufink, è stata quella di proporre il dialogo come forma di comunicazione, grazie al quale poter crescere, incontrarsi, sentirsi ascoltata e trovare magari anche soluzioni concordate. Probabilmente giusto in questi tempi di incertezze e cambiamenti, le coscienze collettive servono ad avviare processi di organizzazione armoniosi che rendono tutti più felici, non solo i vertici, come invece indetto dai metodi competitivi legati al sistema capitalista patriarcale. L’idea è quella di seguire il flusso e dedicare energia a ciò che emerge dal gruppo.
Il PARLAmentO segue un ordine ciclico, in quanto prevede un incontro ogni 3 settimane, ha una costanza visto che sono dieci incontri annuali, cresce in modo naturale, perché gli inviti vanno passati da donna a donna, la partecipazione è assolutamente libera, una volta iscritte si fa parte del gruppo. A fine di ogni incontro nasce un’immagine, un raccolto.
Le facilitatrici che accompagnano il dialogo invitano le partecipanti a determinare temi e mete a partire dalle esigenze che nascono dal gruppo stesso. La reazione di chi partecipa è travolgente, tra chi esprime la necessità di leggerezza, chi trova fiducia nel poterla riconquistare grazie alla condivisone di pesi comuni, chi si sente ispirata, chi appoggiata, chi finalmente ascoltata o libera di essere sé stessa. Fino ad ora agli incontri hanno partecipato solo donne, nonostante vi sia la possibilità di aprire il dialogo anche al di là della sfera femminile, affinché tutti, singoli come imprese o strutture istituzionali, possano capire, sentire e apprezzare la forza del pensiero collettivo e del dialogo aperto.
Katharina Erlacher
Katharina Erlacher, co fondatrice di blufink (blufink.com) offre servizi di facilitazione, supporto a persone e organizzazioni ed è creatrice/accompagnatrice di processi di partecipazione.
Jutta Wieser
Jutta Wieser è conduttrice alla radio (RAI Südtirol) e ha compiuto una formazione professionale per accompagnare dialoghi (Dialogakademie Österreich).
“Il dialogo è la nostra passione. Sta alla base per creare spazi di collaborazione che favoriscano il potenziale delle persone e la nascita di nuove cose.”



Kommentar | EM 2021 – Wir ziehen Resümee

Pooo-po-po-po-po-poooo-pooooooo…

// Bettina Conci //
Der Freudentaumel über die EM 2021 hat sich gelegt, das Fußballfieber ist abgeklungen. Wir ziehen Resümee – mit einem wohlwollenden Blick auf den steigenden Frauenanteil bei der Fußballberichterstattung und Erstaunen über die Kritik an Frauenstimmen im Journalismus: zu laut, zu viel, zu schrill.
Immer noch topaktuell: Die Grafik des ZDF 2018 zu weiblichen Kommentatorinnen im Sport. © Twitter/ZDF Heute-Show
Frau hat es schwer. Das ist nichts Neues. Die ultimative Challenge ist aber, wenn Frauen sich in Männerdomänen einmischen und sich partout nicht von dort vertreiben lassen. Fast schon amüsant mutet das Spektakel um die weiblichen Sportmoderatorinnen und -journalistinnen bei der EM 2020, ausgetragen im Sommer 2021, an. Die gute Nachricht: Es werden langsam, aber stetig mehr. Die schlechte: Je bedrohter sich die paar Neandertaler fühlen, denen das missfällt, umso unflätiger werden die Reaktionen.
Paola Ferrari, Urgestein der RAI-Sportredaktion, Gesicht der Domenica Sportiva und Moderatorin der Berichterstattung zur EM 2020, trotzt erfolgreich allen sexistischen Anfeindungen und Diskreditierungsversuchen: Sie wird von der breiten Masse des italienischen Publikums für ihre Arbeit geschätzt. Genderübergreifend. Was den Shitstorm nicht verhindern konnte, den es nach dem Auftakt Frankreich gegen Deutschland gab. Vor dem Spiel hatte Frau Ferrari es gewagt, trotz Abendkleid die Beine in „Basic Instinct“-Manier übereinanderzuschlagen und dabei ihr Höschen hervorblitzen zu lassen, danach fiel sie durch die eigenwillige Aussprache einiger Spielernamen auf. Ihr Landsmann Giacomo Capuano, dem beim Match Holland – Österreich derselbe Fauxpas passierte (die Aussprache, nicht das Höschen-Gate), wurde kaum namentlich erwähnt. Nicht einmal nach dem viralen Twitter-Videoclip dazu.
Bei den nördlichen Nachbarn dürfen Frauen nicht nur moderieren, sondern sogar kommentieren, wie die Grazerin Anna Lallitsch als erste Reporterin live bei einem EM-Spiel im ORF. Nicht ohne sofort eine klassische Sexismus-Attacke abzukriegen: Der alte weiße Mann, der sich ihrer annahm, war Sportmoderator Othmar Peer, der in einem blamablen Tweet irgendwas von Ärgernis für seine Ohren und gepresster, schriller Stimmlage delirierte, ihr aber immerhin Attraktivität und Kompetenz (natürlich in dieser Reihenfolge) bescheinigte. Eine Frauenstimme, die Fußball kommentiert, so nervig wie eine Vuvuzela im empfindlichen Männerohr? Was erlauben?
Deutschland gibt sich frauenfreundlich, die Riege der Sportstudio- und Fußballmoderatorinnen und auch Kommentatorinnen ist so breit aufgestellt wie die Verteidigung der italienischen Nationalmannschaft in den Neunzigern. Und halb so fad. Trotzdem gibt es sie auch hier, die Shitstorms, die mancher und manchem vielleicht unbedeutend scheinen, aber doch dem einen Zweck dienen, den Frauen eine hart erkämpfte Position abspenstig zu machen. Katrin Müller Hohenstein und Claudia Neumann, um nur zwei der weiblichen Profis in der Fußballberichterstattung zu nennen, sehen sich Anfeindungen im Netz ausgesetzt, von denen die harmloseste die ist, dass Frauen einfach nur Frauensportveranstaltungen moderieren oder kommentieren sollen.
Nun gut. Dann sollten wir vielleicht in Zukunft auch nur Frauenkleider designen, Frauen unterrichten, Frauenprodukte herstellen und vor allem: für Frauen arbeiten.
„Frauen sind heute ganz selbstverständlich in allen Sportarten aktiv, und genau so normal sollten […] Frauen als Expertinnen und Journalistinnen in wirklich allen Sportarten sein.“
DOSB-Vizepräsidentin Petra Tzschoppe und Vorsitzende des Journalistinnenbundes Rebecca Beerheide