Wave – Women Against Violence Europe
WAVE è una rete costituita da 160 associazioni di donne che gestiscono Centri Antiviolenza e Case delle Donne in 46 paesi. Si tratta di una rete di associazioni di donne esperte che agiscono direttamente sul campo, gestendo servizi che garantiscono supporto a donne e minori espost* a violenza. La rete WAVE garantisce uno scambio costante di competenze e training specializzati, oltre che un forte lavoro di lobbying per favorire finanziamenti, legislazioni e convenzioni contro la violenza di genere. “La rete informale esiste già da 26 anni. Nel 2013 abbiamo ritenuto necessario formalizzare la rete per diventare una ONG con una voce sempre più forte, unita e più riconoscibile a livello internazionale. Le esperte WAVE hanno fortemente voluto la Convenzione di Istanbul (C.I.) e hanno contribuito ai suoi contenuti.”
Marcella Pirrone, assieme all’avv. Elena Biaggioni per la rete nazionale D.i.Re (che fa parte di WAVE), ha coordinato nel 2020 il cosiddetto “rapporto ombra” Italia per GREVIO, il gruppo di espert* del Consiglio d’Europa per la procedura ufficiale di monitoraggio dell’Italia sull’applicazione della C.I.
“Nel rapporto GREVIO sull’Italia del gennaio 2020 (https://www.direcontrolaviolenza.it/pubblicazioni/grevio-rapporto-ombra/), è emerso chiaramente che l’Italia, uno dei primi paesi ad aderire alla Convenzione di Istanbul, non sta applicando correttamente o in modo sufficiente le misure di prevenzione, protezione, punizione degli autori di violenza e politiche integrate prescritte dalla C.I. Il rapporto evidenzia inoltre, come in Italia vigano ancora forti stereotipi sessisti tipici della società patriarcale rispetto a ruoli tradizionali e della famiglia, con grandi pregiudizi nei confronti delle donne che portano ad un alto rischio di violenza.”
Non sono previste sanzioni economiche per la non ottemperanza alla C.I., Marcella Pirrone però sottolinea che esiste la possibilità di portare singoli casi davanti alla Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU). “Ora che esiste la Convenzione di Istanbul la voce di noi attiviste ha trovato puntuale riscontro in un testo internazionale che ci dà molto più peso: non siamo più un gruppo di femministe marginali che denunciano la violenza maschile contro le donne, ma sono organi istituzionali europei di altissimo rango a farlo. Inoltre dei casi gravi di violenza possono essere portati davanti alla CEDU, come p.e. il caso Talpis ove la CEDU ha condannato lo Stato italiano per un caso dove le regole sancite della P.A. per l’accoglienza in una casa rifugio hanno di fatto lasciato una donna e suo figlio senza protezione, tanto che il padre è riuscito ad uccidere il figlio.”
È infine da menzionare un ulteriore strumento europeo in elaborazione entro la fine del 2021: una direttiva europea sulla violenza di genere. Attualmente WAVE, assieme ad altr* espert*, è coinvolta nelle consultazioni della Commissione Europea a stilare una direttiva per rafforzare i principi della Convenzione di Istanbul, affinché gli intenti di boicottaggio della stessa, come p.e. quello della Turchia, che mettono a rischio anni di lavoro a favore di una vita per le donne libere da violenza e di libera autodeterminazione, vengano neutralizzati.